segni visibili: il corpo che si mostra, non che si nasconde
segni visibili è una delle sezioni centrali del progetto corpi vivi. È il luogo dove il corpo femminile, attraversato dall’esperienza di un tumore ginecologico, sceglie di esporsi, di raccontarsi, di abitare una nuova immagine di sé.
Non si tratta di un servizio fotografico. Si tratta di un gesto, di una presa di parola visiva.
Ogni scatto nasce da un incontro reale con una donna operata.
Non c’è finzione, non c’è messa in scena: c’è una storia che si incarna nella materia viva della pelle, delle cicatrici, dello sguardo.
Immagini che non rassicurano, ma trasformano
La narrazione visiva della malattia, soprattutto quando riguarda il corpo femminile, è spesso edulcorata, semplificata, idealizzata.
segni visibili rifiuta questa estetica dominante. Le immagini disturbano, a volte. Non perché siano crude, ma perché sono vere. Mostrano quello che di solito resta nascosto: un corpo che cambia, che si ricompone, che continua a vivere. Un corpo che, anche dopo la malattia, ha diritto a essere rappresentato con rispetto, complessità e verità.
Una rappresentazione nuova per raccontare ciò che prima non si voleva dire
Questo primo shooting fotografico che verrà pubblicato a partire dalla fine di agosto, segna l’avvio di un percorso, lo scopo è chiaro:
modificare l’immaginario collettivo legato al corpo femminile dopo un tumore ginecologico.
Non più immagini idealizzate o silenziate, ma narrazioni incarnate.
Ogni scatto è una possibilità di riscrivere l’alfabeto visivo con cui raccontiamo la malattia.
Ogni gesto fotografico diventa un atto politico: dire, con forza, “io ci sono”.
Il corpo non è metafora
In segni visibili, il corpo non è mai simbolo o allegoria. È presenza. È superficie viva. È soggettività che si espone senza chiedere autorizzazioni. Lo sguardo non è rubato: è restituito.
Mostrarsi e farlo a modo proprio, perché ogni corpo è diverso.
Ogni percorso è unico. Ogni immagine è un pezzo di realtà che rompe il silenzio.
Immagini per cambiare la narrazione
Il progetto corpi vivi, con la sezione segni visibili, non documenta la guarigione. Non cerca l’estetica della rinascita.
Costruisce invece uno spazio in cui sia possibile rappresentare il corpo dopo la malattia senza censure né abbellimenti.
Perché la rappresentazione ha un impatto concreto: può curare oppure può escludere.
segni visibili sceglie di curare. Con la verità. Con la presenza. Con la libertà di mostrarsi per come si è.